TEXADEBOOKS EDIZIONI© -  Marzo 2013

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Senza pudore

 

C’è una pagina web che, da sola, rappresenta stupendamente la sintesi sublime di tutte le falsità di cui è capace la propaganda pro-Dalai. Noi che del web siamo attenti osservatori, non avevamo ancora trovato un documento che, in così poche righe, fosse riuscito a condensare gli oltre cinquant’anni di fandonie ed invenzioni che sono state raccontate sul Tibet.

 

Qui, ve ne riportiamo la parte essenziale, ma la versione originale della pagina è visibile (oggi) a questo link: http://pyramidofhatebrennan.wikispaces.com/Tibet-N.J.B dove potrete vederla, salvo non l’abbiano già rimossa. Qualora fosse stata eliminata (succede spesso di veder sparire pagine che citiamo) niente paura: l’abbiamo salvata noi e potrete comunque leggerla in tutta la sua originalità cliccando qui.

 

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Cominciamo col riportane gli elementi essenziali: il testo e la sua illustrazione

 

Tibet is located on the Southwestern boarder of China. Map of Tibet, China Tibet houses about 2.6 million people. Tibet was occupied by China for 48 years. In that time period the Chinese were doing a genocide against the Tibetan people and their culture. 17% of people in the Tibetan race were killed and 6,000 monasteries were destroyed. Many Tibetans were killed and suffered in prison, because of their religion. Most Tibetans were forced to work hard labor making products for the Chinese. The culture of Tibet focuses on Buddhist from India spirituality that reflected on arts and ritual practices which focused on their daily life. They believe in non-violence and peace. Tibetans have a spoken language and a written language that comes from the Indian script. Sanskrit. The Tibetans have been persecuted by the Chinese. The Chinese overthrew their government and took over Tibet killing many people. The goal for the Chinese is to fill in people to Tibet and make everyone Chinese. The Chinese ruined their environment by deforesting their mountains and woods and they also took their gold, bronze, and silver. They are also destroying many religious buildings. The Tibetans are being prosecuted by the Chinese because of their religion. China supports Mammon while Tibetans support the Buddhist religion. These acts fall under genocide, bias, discrimination, and violence. The Chinese began to force change on the Tibetan culture. They filled Tibet with mainly Chinese people to change the Tibetan culture by destroying monasteries, and setting up a public school system where Tibetan children would learn Chinese propaganda, language, and culture. This cultural genocide has dramatically changed Tibet. This is on going and even today there are more Chinese people in Tibet rather than Tibetans. The number of monks and nuns has been dramatically reduced, and Tibetan children are growing up knowing little of their culture.

 

 

Definire questa foto “un inganno” è riduttivo.

Ben lungi dal rappresentare cadaveri di “tibetani uccisi dai cinesi così come si vuol far credere, i poveri corpi martoriati che si osservano in quest’immagine, appartengono a civili vietnamiti, trucidati durante la guerra degli anni ‘70.

 

Qui non si vede - perché usiamo impostazioni di impaginazione diverse - ma se si va sul sito originale (vedi link all’inizio) e si posa il cursore sulla foto, si vedrà comparire l’indicazione contestuale del nome originale dell’immagine, che è “36vietcong.ipg”.

 

Perché? Datosi che non sono mai esistite “esecuzioni di massa” perpetrate dai cinesi a danno dei tibetani, è ovvio che non ne esistano neppure le foto. I signori titolari di questa singolare pagina web hanno pensato bene di prendere in prestito la foto di un crimine commesso da altri, i cui autori potrebbero addirittura essere tra i loro stessi sponsor.


 

 

Quindi proseguiamo con la traduzione in italiano, aggiungendo, passo-passo, doverosi chiarimenti.

 

“Il Tibet si trova sul confine sud-ovest della Cina. Mappa del Tibet, Cina. Il Tibet ospita circa 2,6 milioni di persone…” No, oggi sono circa 12 milioni.

 

“Il Tibet è occupato dalla Cina da 48 anni…” Premesso che “48” sia il numero di anni intercorso tra il 1949 ed il momento in cui la pagina è stata creata, Il Tibet non è “occupato dalla Cina”, perché nel 1949 era già cinese da oltre 1000 anni.

 

“In tale periodo di tempo, i cinesi hanno perpetrato un genocidio contro il popolo tibetano e la loro cultura…” Tutt’altro. La popolazione autoctona tibetana, dal 1948 (prima che arrivasse l’Esercito Popolare di Liberazione) ad oggi, ha avuto un tasso di crescita che supera di gran lunga l’1,71% annuo che è la media ufficiale delle Nazioni Unite per le popolazioni asiatiche.

 

“Il 17% delle persone di razza tibetana sono stati uccisi e 6.000 monasteri sono stati distrutti…” Gli unici tibetani uccisi dai cinesi sono stati i sediziosi appartenenti alla classe dominante tibetana che si ribellarono al governo centrale nel 1959 in seguito all’abolizione della schiavitù, allorché il Dalai ed il suo entourage subirono la tragica disfatta – perché il popolo tibetano non aderì - da parte dell’esercito di Mao. Molti luoghi di culto furono effettivamente danneggiati durante il triste decennio della cosiddetta “rivoluzione culturale” (1966-1976), ma non fu affatto un’azione esclusiva contro il lamaismo tibetano, bensì la conseguenza di un editto che coinvolse tutta la Cina in ogni sua provincia. Successivamente, il governo di Pechino fece pubblica ammenda, ricostruendo tutti i templi distrutti in Cina, comprese ovviamente le chiese cristiane e le lamasserie tibetane, reintegrando tutti i religiosi (quindi anche i lama) al servizio sacerdotale, cioè abolendo il divieto di pratica religiosa che, dunque, era vigente in tutta la nazione e non solo in Tibet.

 

“Molti tibetani sono stati uccisi ed hanno sofferto in carcere, a causa della loro religione…” L’incarcerazione di qualsiasi cinese (non solo tibetano) per causa della religione, durante il decennio della rivoluzione culturale, è purtroppo un capitolo buio della storia cinese, ma l’informazione è falsa se ci si riferisce ai periodi precedenti o successivi. Si tratterebbe, addirittura, di una spudorata menzogna, qualora ci si riferisse ad oggi.

 

“La maggior parte dei tibetani sono stati costretti ai lavori forzati per la realizzazione di prodotti per i cinesi…” Nessun tibetano è mai stato costretto a lavorare forzatamente per i cinesi solo per il fatto di essere tibetano. Al contrario, fu proprio durante il periodo lamaista che esistevano gli schiavi ed i servi della gleba: era peculiare della “società” piramidale lamaista avere alla propria base il lavoro forzato di schiavi e servi. Ciò è continuato fino alle riforme del 1959 ed infatti fu esattamente nel 1959 che il clero, la nobiltà ed i latifondisti tibetani si ribellarono dopo l’abolizione della schiavitù e del signoreggio del latifondo.

 

“La cultura del Tibet si concentra sulla spiritualità buddista dell’India, che si riflette sulle arti e sulle pratiche rituali della loro vita quotidiana. Essi credono nella non-violenza e nella pace…”  Nulla di tutto ciò. Il lamaismo, del buddismo “indiano” ha ben poco. Il lamaismo è una rivisitazione del buddismo in chiave esoterica e tantrica. Il buddismo, In Tibet, si è sovrapposto alle ben più antiche e radicate tradizioni pagane e superstiziose, comprese le credenze nei fantasmi e negli spiriti maligni, che hanno preso il sopravvento sulla filosofia buddista, di fatto annichilendone lo spirito e la pratica così come tradizionalmente conosciuti in occidente.

 

“I tibetani hanno una lingua parlata ed una lingua scritta che derivano dal Sanscrito….” La costituzione della Repubblica Popolare Cinese ha, tra i suoi fondamenti, il mantenimento della cultura e delle tradizioni di ogni minoranza etnica. I tibetani (Zang Zu) sono una delle 56 minoranze e, in quanto tali, vengono tutelati e favoriti da apposite leggi delle quali, ad esempio, gli Han (l’etnia dominante in Cina) non possono godere. L’Università Nazionale di Scienze Informatiche di Lhasa, ha avuto un ruolo di primo piano nella realizzazione del “Unicode Block Tibetan” che consente di scrivere in tibetano al computer, utilizzando i caratteri dell’alfabeto nativo e del quale i sistemi operativi Windows si avvalgono sin dall’edizione di “Vista”, così come i MacIntosh che lo hanno parimenti introdotto in tale periodo. Esattamente il contrario che distruggere la cultura tibetana.

 

 “I tibetani sono stati perseguitati dai cinesi….”. Come sopra.

 

“I cinesi hanno rovesciato il loro governo e hanno occupato il Tibet uccidendo molte persone….” Quando le truppe di Mao Ze Dong arrivarono in Tibet nel 1949, non hanno rovesciato alcun governo, in quanto il Tibet era già una provincia autonoma della Cina repubblicana del Guo Ming Dang (vedi costituzione della R.O.C. Repubblica di Cina), quale naturale retaggio dell’epoca imperiale Qing alla quale il Guo Ming Dang successe e durante la quale il Tibet era, parimenti, una provincia imperiale cinese. All’epoca, il Quechimu (o "codice clericale") e il Jiachimu (o "codice secolare") costituivano la legge locale, lasciata in vigore da Pechino. I Lama potevano essere processati solo mediante il codice clericale. Per inciso, un Lama poteva essere giudicato in base al codice secolare solo se fosse stato prima spogliato dello status di religioso. Per quanto riguarda “l’uccisione di molte persone”, abbiamo già dato risposta in precedenza.

 

“L'obiettivo per i cinesi è quello di riempire di gente il Tibet e di rendere tutti cinesi…” In qualsiasi paese – quindi anche in Cina - i cittadini sono liberi di circolare al suo interno. Il fatto che in Tibet, lungo i decenni, si siano insediati molti Han fino a superare in numero la popolazione autoctona, è semplicemente dovuto alle riforme sociali introdotte con l’abolizione degli antichi codici feudali ed all’innovazione tecnologica, nonché alla costruzione di strade, ferrovie, ospedali e scuole (inesistenti prima della rivoluzione maoista), il che ha consentito al Tibet di raggiungere lo status di modernità e sviluppo economico che vediamo oggi e che sarebbe stato praticamente irrealizzabile col perdurare della situazione sociale precedente.

 

“I cinesi hanno rovinato il loro ambiente disboscando le loro montagne ed hanno anche preso il loro oro, il bronzo e l’argento…”. A parte la disarmante ignoranza dell’autore che cita il “bronzo” come se fosse un minerale che si estrae dal suolo, le risorse naturali di un territorio appartengono alla nazione proprietaria di quel territorio. Si può, certamente, discutere se quel tipo di sfruttamento sia o meno conforme alle regole internazionali o se tenga conto del rispetto che, al di là di ogni prerogativa di proprietà e di ogni regola scritta, tutti gli uomini del pianeta dovrebbero portare all’ambiente, ma il diritto di usufruire di una risorsa è esclusivo della nazione alla quale essa appartiene.

 

“Hanno anche distrutto molti edifici religiosi. I tibetani sono stati perseguiti dai cinesi a causa della loro religione…” Questa affermazione ha già avuto risposta (vedi sopra).

 

“La Cina adora Mammona mentre i tibetani la religione buddista...” Tipico errore di valutazione commesso da molti occidentali i quali, scarsi conoscitori delle filosofie e del modo di pensare estremo-orientali, tendono istintivamente, quanto erroneamente, ad assimilare il lamaismo tibetano al francescanesimo o qualcosa del genere. Il lamaismo tibetano è pragmatico e venale,  persino violento. Il principio della “violenza compassionevole” di cui la filosofia lamaista si permea, è affatto eloquente in tal senso. Basta ascoltare i discorsi del Dalai Lama, o leggere i suoi libri, per comprendere quanto la violenza e l’omicidio siano non solo ammessi, ma addirittura necessari, se perpetrati per il raggiungimento di ciò che loro considerano “scopo superiore”. Due esempi su tutti: il suo pronunciamento a favore dell’aborto, che è universalmente considerato omicidio da tutto il buddismo non lamaista (vedi http://www.tibet.ca/en/newsroom/wtn/archive/old?y=1993&m=12&p=5_1) e quello a favore della guerra (vedi http://www.nytimes.com/2003/09/18/us/dalai-lama-says-terror-may-need-a-violent-reply.html) nonostante il Dalai sia stato insignito del premio Nobel per la pace (sic).

 

“Queste azioni si sono esplicate mediante genocidio, pregiudizi, discriminazione e violenza...” Per quanto riguarda il genocidio, Patrick Frech, presidente di una delle associazioni pro-Tibet più prestigiose al mondo: la Free Tibet Campaign britannica, si dimise dalla presidenza proprio quando scoprì che il genocidio non era mai avvenuto e che i dati relativi al numero dei morti erano stati truccati. Per quanto riguarda i pregiudizi e la discriminazione, è stato piuttosto lo stesso Dalai, con il  discorso tenuto durante il Congresso USA del 21 Settembre 1987 (Piano per la pace in 5 punti), a parlare della necessità di interventi di  pulizia etnica per preservare la purezza della cultura e della razza tibetane (sic).

 

“I cinesi hanno imposto il cambiamento della cultura tibetana. Hanno riempito il Tibet di persone essenzialmente cinesi per cambiare la cultura tibetana, distruggendo monasteri e con la creazione di un sistema scolastico pubblico in cui i bambini tibetani avrebbero imparato la propaganda cinese, la lingua e la cultura. Questo genocidio culturale, ha cambiato radicalmente il Tibet…” In Tibet Fino al 1959, oltre il novantacinque percento della popolazione era analfabeta e l'indice di mortalità infantile era del quarantatre percento. Non c'erano ospedali, né scuole e l’aspettativa media di vita non superava i trentacinque anni. Tutto questo accadeva solo cinquanta anni fa, quando noi avevamo già il telefono, la televisione, il frigorifero, l’automobile e Mike Bongiorno. Oggi, in Tibet, ci sono scuole ed ospedali. I libri di testo delle scuole, dalle elementari all’università sono in tibetano ed in cinese mandarino, come nel nostro Alto Adige, dove i testi scolastici sono in italiano e tedesco. La percentuale di alfabetizzazione ha raggiunto oltre il novanta percento degli individui in età lavorativa e la scolarizzazione nella scuola dell’obbligo rasenta addirittura il novantanove percento. La mortalità infantile è scesa al sotto il quattro percento e la vita media, oggi, è di sessantasette anni. Probabilmente, l’autore di questo pezzo avrebbe preferito che in Tibet continuasse a regnare la situazione precedente, con analfabetismo totale ed obbligo per i bambini di essere rinchiusi in monastero a servire i Lama.

 

“Tutto questo è attualmente  in corso e ancora oggi ci sono più cinesi in Tibet che i tibetani…” Come sopra.

 

“Il numero di monaci e monache è stato drasticamente ridotto…” Esatto. Con l’abolizione dell’obbligo per i bambini di essere prigionieri nei monasteri a far da servi – e non solo – ai lama, il numero di monaci e di suore si è davvero ridotto di molto.

 

“I bambini tibetani crescono conoscendo poco della loro cultura…” In ogni caso, crescono liberi di imparare la loro cultura se lo desiderano, senza coercizioni, magari proprio con un computer che usa il Tibetan Unicode Block.