Il Compassionevole Persecutore

 

Il Dalai Lama, così come le massime cariche delle altre grandi religioni monoteiste e non solo, è un'autorità che basa l'efficacia del suo operato sulla teocrazia e questo è un fatto inevitabile, per la stessa definizione del ruolo.

Invece, siccome l'età moderna sventola il vessillo della democrazia come regola di vita sociale e politica da adottare per tutte le popolazioni del mondo, ecco che, giocoforza, i capi religiosi come il Dalai Lama e gli altri summenzionati, devono obbligatoriamente mostrarsi in qualche modo democratici per poter continuare ad avere l'appoggio della comunità internazionale e non rischiare di essere messi al bando come dittatori teocratici fuori dal tempo e dalla logica.

Purtroppo per loro (ma essenzialmente per i loro sudditi) la democrazia in senso reale intesa, è un vestito che non si adatta affatto all'esercizio del potere religioso e, come ogni vestito che va stretto, spesso si strappa e finisce per mostrare le nudità sottostanti che si vorrebbe restassero nascoste.

La proclamazione di un nuovo dogma di fede, l'inclusione di una determinata azione tra la lista dei peccati o meno, il riconoscimento di un bambino innocente come "reincarnazione" di chissà quale deità, sono cose che non possono essere decise democraticamente. Il Papa non ha mica indetto un referendum per vietare l'uso del preservativo in quanto contrario alla morale cattolica: l'ha detto e basta. L'ha detto perché lui è il Papa.

Quindi, è del tutto ridicolo che la massima autorità religiosa e temporale, specie se ritenuta "infallibile" e "dio vivente" come il Dalai, demandi le decisioni politiche e religiose ad un parlamento, così come non ha alcun senso che un parlamento che riconosce il Dalai come essere soprannaturale infallibile (Uomo Dio) ne possa contraddire o persino semplicemente mettere in discussione le decisioni.

Il servizio che presentiamo, dimostra proprio questa situazione di fatto.

Al di là del caso dei monaci emarginati del credo Shugden - comunque emblematico e sul quale il servizio si basa - quello che ci preme segnalare è l'intervista al Sig. Tsultrim Tenzin (visibile al minuto 5 e 45 secondi), che è membro del parlamento tibetano in esilio (volontario) a Dharmasala da oltre trent'anni.

In tale intervista, il Sig. Tenzin, esperto veterano del parlamento tibetano in esilio (volontario), spiega anche fin troppo ingenuamente quali siano il vero ruolo e la vera influenza del Dalai Lama nelle decisioni politiche e lascia quindi ben comprendere come il loro parlamento sia in realtà un organo virtuale che non fa altro che ratificare le decisioni del Dalai Lama, alle quali non si oppone mai, visto che il Dalai è considerato, per loro stessa ammissione, un essere soprannaturale ed infallibile in quanto tale.

Nel patetico tentativo di nascondere la verità, qualcuno, tra gli irriducibili sostenitori della bugia contro l'evidenza, ha persino detto che  il Sig. Tenzin quel giorno "si sentiva poco bene" e che è stato "chiaramente intimorito dalle telecamere a cui non è abituato". Sarà, ma quando ci si intimorisce, casomai, si parla di meno e non di più.

Altri sostengono che soffra da tempo di allucinazioni schizoidi (ma allora che ci fa uno psicolabile in parlamento?!). Qualcuno, più moderato, ha detto che Tenzin ha parlato solo per sé stesso e che il suo pensiero non è quello del  parlamento.

Sostengano pure ciò che vogliono, ma l'estrema naturalezza e l'inequivocabile chiarezza con le quali Tsultrim Tenzin ha definito il Dalai "essere soprannaturale" degno di totale fiducia a priori, non lascia spazio a nessun dubbio: si tratta di dichiarazioni importantissime e pesantissime. Come fa ad essere solo un'opinione personale?! Se così fosse, questo significherebbe forse che il parlamento tibetano in esilio (volontario) a Dharmasala ha uno psicotico nei propri  ranghi e non se n'è accorto? Se sì,  allora deve seguire obbligatoria la domanda: è l'unico? Così come non si sono accorti di lui, di quanti altri non si sono accorti? Quant'altra simile oligofrenia c'è in quel parlamento?

E' evidente che non può essere. Sebbene forgiato all'osservanza di valori che oggi appaiono fuori dal tempo e dal buon senso, è sicuro che il Sig. Tenzin sia tutt'altro che invalido. Al contrario, è una persona esperta e talmente convinta del suo credo che non ha alcun timore di professarlo candidamente, come tutti i fedeli di ogni religione dovrebbero sempre fare. Per questo, merita solo il massimo rispetto.